domenica 25 aprile 2010

Chimney Sweeper

Un guanto sporco di fuliggine, un viso una testimonianza reale che sa di vita vissuta, spazzole e funi che fan da cornice al piu vecchio dei tanti quartieri Londinesi.
Li chiamavano ottentotti per la cenere che gli sporcava il viso, i miserevoli spazzacamini sottovalutati e sottopagati.
Diciamo che a me piace pensare a loro come solitari uomini in nero.
Vedono il mondo da lassù, dove come disse il piu celebre di loro "là dove il fumo si perde nel ciel, lo spazzacamin ha il suo mondo piu bel tra la terra e le stelle di Londra nel cuore, rischiara la notte un vago chiaror..sopra i tetti di Londra..Oh che splendor!"

Perché per amarne la natura che li ha resi brutali, basta salire su quei tetti per cambiare prospettiva.






domenica 18 aprile 2010

BLACK AND WHITE



PERO' SI VOLA

da qualche parte non ricordo dove, ho letto di una rara specie di uccelli che decide di volare alto, senza meta ne casa e solo quando sente un certo profumo, un tipico caldo o un vivace colore scende giù ..

Io in questo periodo ne ho visti tanti, i colori accesi delle maglie dell' Ale, quelli scuri del cielo di notte che sembra nero e poi i profumi.. Voglio credere che siano eterni, eternamente percepibili intendo.
Il tatto, l'olfatto, la vista ma nessuno parla mai di ardore fervore o caldezza, si comprende appena si percepisce da morire..eccome se si sente. L'incapacità di nascondere l'emozione che colora le guance, il salato delle lacrime, il fiato che si gonfia quando il vestito non serve; esplicato nei tratti di un viso che già conoscevo che già altrove avevo visto, in lei che piange mostrando i denti, non per far uscire il sorriso ma qualcosa che soffre dentro e nei jeans stretti al piacere stretti a quel calore che fugge via quando le luci si riaccendono.

Tutto cosi prezioso e fugace, gentile e modesto..
Credo di scendere anch'io quaggiù..

Scalo di marzo

Sarà l'odore delle camelie appassite del giardino dei vicini o un pacchetto vuoto di Winston blu lasciato per terra, ma una linea di malinconia eccola che ritorna..
Mi manca quando mi sbottoni i Dondup, quando mi disegni con la mano i contorni del viso e quei discorsi poco seri per evitare di prenderci sul serio, io e te che la vita la conosciamo cosi bene o forse nemmeno mai l'abbiamo vissuta veramente.
Non capisco proprio perche non mi lascio stare, perchè non potendo mutare la mia natura voglio essere altro..
"Vivono in caverne, in bunker, ed escono solo di notte a coltivare verdura nei crateri scavati dalle bombe.."

Nessun ragazzo, nessuna ragazza..solo me e l'Amore, lontano o vicino che sia lo conservo, lo vivo!

Ecco che me ne vergogno

La Creta, terra argillosa e facilmente plasmabile; profumata e di colore purpureo, la lavori con gli elementi che la natura ti da: una tiepida acqua, un'aria che la secca, un fuoco che brucia.. Arte antica, tangibile la passione per ogni forma.
Ingannar mi vuol l'artigiano che racconta al figlio la sua passione o è il cuor mio che s'innamora..? Saggio lui, stolta io..
La dedizione, la pazienza, la speranza che lui conserva quando guarda il figlio non può di certo commensurar questo cuore malandato, che non trova alcuna giustificazione dalle sue parti; come l'acqua che lo irrora lui si plasma, come l'aria che lo accarezza lui si secca, come il fuoco che lo avvolge lui si brucia..
Eccola qui la natura che pensavo di poter eludere attraverso l'impotenza delle opere civili.

Capolinea 22

Ho la bocca salata, gli occhi gonfi, le mani sudate; inevitabile pianto, malinconia che ti tira giu, puntuale tristezza.
E' il mio cuore a parlare, si lacera si stringe va in pezzi e lei se ne resta li a guardare con le sue mani piccole.
Sono davvero rimasta fuori al freddo senza una porta per poter rientrare?
Il calore umano, una notte stellata, un quadro dal doppio fondo..io ci credevo, noi ci credevamo da morire a questa amicizia che poi non era un'amicizia era un esser compagne di vita, complici di gioco.
E adesso nell'istante in cui me lo ripeto mi rendo conto delle attuali circostanze.
Ormai sono capace di raccontar solo storie, storie di gelsomini e viburni perciò "Dimmi tu fiore color lilla che profumi di notte e colori di giorno di che altro hai bisogno? di certo non di questo poco d'ombra che riesco ad offrirti nelle calure estive, in fin dei conti solo un piccolo arbusto rappresento, mi ricurvo con una folata di vento, mi spezzo con un rigido inverno..".


Ecco l'inverno, dove non ti serve l'ombra e dove gli arbusti come me ardono già nei camini di altri..

Boris Leonidovič Pasternak

"Abbi ogni giorno un nuovo amore"

Lo sto ritrovando qui fra queste mura, in questa pace, in queste notti che sanno di menta e gelsomino..il mio amore
Il sorriso della zia Franci, le storie dello zio Carlo.. adoro questa sensazione che sa di casa di radici che riscopro, di un amore gratutito cosi umano, quasi come se venisse da sé spontaneo senza un perché.
Mi sento amata qui, tra il terriccio argilloso che si scalda col sole e il rumore dei grilli inquieti nella notte.
Passeggio con loro, mi confido li guardo con disciplina; e poi lei che mi porge gli asciugamani puliti sfiorandomi le spalle screpolate dal sole.
Qui alzo gli occhi e vedo pezzi di ricordi, ritagli di viaggi e di avventure che si consumano in una vita; due famiglie che si fondono, due persone che aspettano insieme che tramonti anche quel sole che con l'autunno se ne va via prima.

Ho capito come fanno a nascere le cose belle, con la leggerezza e l'amore.
L'una la riscopre un grande amico, l'altra una lei che decide di crescere..

sabato 17 aprile 2010

A voi, che non sapete che significa essere condannate al piacere con un morto nel cuore

Un crine liscio e nero m'inquieta il cuor, la sclera degli occhi mi fa sentir al freddo come quegli spifferi invernali che passano sotto le porte.
Di bassa statura, un naso incurvato a ricordar il suo passato da goffa pallavolista, ride poco Lei.
"Oh!", mi disse un giorno, "stupido orto sterile". Sterile, orrenda parola che sporcava i valori più sacri della mia infanzia e mi spogliava delle mie prime illusioni, a me care sopra ogni cosa.
Lasciavo cosi quel cosmo, terra natale di famosi compositori pregno di antiche tradizioni; ero pronta, credendo di abbracciarne uno nuovo, sublime da lontano rozzo da vicino.
Adesso che son passati gli anni la guardo dall'altra parte della tavola da pranzo, con gli occhi di chi sciupa la vita come un tovagliolo dopo il pasto.